Tra Ginevra a Pechino, i Passepartout Duo creano un disco di strutture equilibrate e dall’anima pura, con qualche strumento costruito ad hoc.
Un viaggio lascia sempre tracce indelebili nei suoi protagonisti, anzi “le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”, per citare John Steinbeck, non uno a caso. Della loro avventura partita dalla Svizzera e arrivata in Cina, i Passepartout Duo fanno un’esperienza musicale e di vita, da cui nasce Vis-à-vis. Il disco si ispira a quel mese trascorso da Nicoletta Favari e Christopher Salvito attraversando il mondo da Ginevra a Pechino, tra incontri, contaminazioni e, soprattutto, concerti ospitati da conservatori e salotti.
Strumenti leggeri e spirito creativo
Una considerazione: i Passepartout Duo non sono all’esordio assoluto, hanno già infatti realizzato l’ep Ólafsfjörður con AnyOne, la compagnia fondata da Yannis Zhang e Yumo Wu a Pechino, la stessa con cui pubblicano Vis-à-vis. Uno dei primi elementi che colpisce nel viaggio sonoro del duo è la strumentazione. Gli strumenti utilizzati creano infatti un set nel quale si riflette l’esperienza del viaggio: non solo leggeri e quindi facilmente trasportabili, come una lira elettrica e varie percussioni ma, e questo è un punto focale, costruiti dagli stessi musicisti.
Può capitare infatti, per le strade, di incappare in scarti di legno o metallo e da essi costruire del materiale sonoro. Certo, l’abilità è un presupposto fondamentale, altrimenti come realizzare, raccontano gli stessi Passepartout, un glockenspiel amplificando i rebbi di una pianola giocattolo o, ancora, un’amadinda con pezzi di legno?
Le simmetrie limpide di Heartwood e Vis-à-vis
Questi strumenti infondono le sonorità peculiari nelle tracce del disco, che si caratterizza innanzitutto per una marcata simmetria: i brani Heartwood e Vis-à-vis, lato A e B del disco, rispettivamente divisi in quattro sezioni, dialogano tra loro, susseguendosi in un limpido equilibrio strutturale, in canoni adamantini.
La tecnica affilata, le melodie nitide, non arrivano tuttavia a porsi come rigidi movimenti meccanici: le anime dei musicisti non sono congelate, bensì spogliate di elementi superflui, rivelate, in un faccia a faccia (proprio come suggerisce il titolo stesso del lavoro) con gli ascoltatori.
È un gioco sottile, a cui abbandonarsi lasciandosi guidare tra suoni che hanno attraversato il mondo, per rivelare un’essenza pura, del tutto umana.
Il sito ufficiale dei Passepartout Duo.