Alla Galleria Continua di San Gimignano, due personali dialogano tra loro e con lo spettatore, creando una nuova dimensione: ecco Pistoletto e Tayou.
C amminare per San Gimignano, con le sue torri medievali, è già di per sé un’esperienza mistica. Pensate cosa potrebbe accadere se, per puro caso, foste attirati da un portone semichiuso, oltre al quale si percepisce un vago sentore di arte contemporanea. In questo momento, sareste vicini a uno degli ingressi della Galleria Continua, una delle realtà più importanti a livello internazionale e che si presenta così, come se niente fosse, nella sua sede in terra senese.
Nella fattispecie, sotto un unico titolo sono riunite due mostre personali: Una cosa non esclude l’altra ha per protagonisti Michelangelo Pistoletto e Pascale Marthine Tayou.
Proprio Pistoletto dichiara, rivolgendosi all’altro, “Come uno e uno fa tre, sono contento di fare questa mostra con te”: da qui inizia l’unione di due elementi antitetici per dare vita una terza forza creatrice.
Pistoletto e Tayou hanno, in fondo, più di un aspetto in comune: un’arte che si fonda sullo scambio, sull’evoluzione continua della forma espressiva, sul dialogo profondo tra il gesto artistico e il mondo esterno. In particolare, Pistoletto non ha confini disciplinari nella sua estetica, le sue opere invadono la realtà; dal canto suo, Tayou riflette sulla contemporaneità, prende in esame le conseguenze dell’immigrazione, problematiche post coloniali e, non ultimo, il ruolo dell’individuo.
La forza di Pistoletto e Tayou a San Gimignano
Qual è l’opera che ha calamitato la mia attenzione? È di Pistoletto, si tratta di Grande sfera di giornali – Progetto per un museo. Concepita nel 1966, l’anno successivo è stata fatta rotolare per le strade di Torino, nel corso della performance Scultura da passeggio: per l’occasione, i giornali che costituiscono l’opera raffigurano i tumulti di fine anni Sessanta, mentre quella di San Gimignano riporta le notizie di attualità del nostro tempo. Non solo, sono i led vivaci e ipnotici di Tayou a circondare la sfera, quasi a soffocarla nello spazio ristretto della sala: una sorta di villaggio globale quotidiano, moderno, irrequieto.
Addentrandosi poi nelle altre stanze della Galleria Continua, l’atmosfera cambia totalmente.
Nell’anfiteatro che accoglie la sala principale della Galleria, dopo essersi persi tra scale e corridoi, le creazioni dei due non si armonizzano semplicemente, ma sembrano compiere un passo in più, dialogando tra loro in rimandi continui. Dal canto suo, l’osservatore diventa un viaggiatore, muovendosi tra di essi e stimolato a riflettere sull’attualità, confrontandosi con oggetti quotidiani, rotture materiche, prospettive inaspettate. In questo modo, le logica viene progressivamente abbandonata, persino le leggi della fisica sembrano diventare sempre più labili, lasciando che lo spettatore si addentri in un mondo nuovo.
La Galleria Continua è alla Biennale Arte di Venezia con alcuni degli artisti contemporanei che più ammiro, comeCarsten Höller, che presenta la sua Expanded alla Fondazione Cini.