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Cento anni fa, la prima partita di basket in Italia, a Milano, città che sarà spesso protagonista. E, dietro le quinte di una storia lunga un secolo, una grande donna, Ida Nomi.

M ilano, 8 giugno 1919. Tra gli spalti dell’Arena Civica, la tensione è palpabile e il caldo di giugno riscalda ancora di più l’atmosfera. Oltre trentamila persone sono assiepate qui, aspettando un evento imperdibile: la fine del Giro d’Italia. In particolare, si freme per il suo arrivo, quello di un campione, e non uno qualsiasi: Costante Girardengo.
Nell’attesa, avviene qualcosa di mai visto prima, almeno nel nostro Paese. Due squadre, la Compagnia Automobilisti di Monza e gli Avieri della Malpensa, si fronteggiano in una gara: la prima partita di basket in Italia. E non è un semplice debutto, la sfida serve infatti a selezionare i futuri giocatori della nazionale, in una partita che finisce con un imparziale 8 a 8.

Ida Nomi: la madre della pallacanestro italiana

Eppure la storia del basket in Italia, per quanto sistemi una bella pietra miliare, non inizia qui. Qualche pagina indietro, come spesso accade, c’è una donna: Ida Nomi.
Ora è il momento di lasciare per un attimo Milano. Ida è infatti maestra di sport a Siena, dove allena la squadra Mens Sana in Corpore Sano 1871. Fa anche parte della commissione tecnica femminile di Federginnastica, che controlla tutte le manifestazioni italiane.
E non si ferma qui. Tra le sue mani arrivano infatti le regole della pallacanestro scritte da James Naismith, lo stesso a cui è stata attribuita l’invenzione del casco da football americano. La traduzione, da notare, avviene senza che la donna abbia mai avuto modo di vedere una partita, bensì interpretando ciò che trova scritto in quelle pagine, parole che la entusiasmano a tal punto da voler portare il gioco in Italia.

Così, in breve tempo, Ida mette insieme una squadra di ragazze per giocare a quella che chiama (sua l’idea) palla al cerchio, per presentare la nuova disciplina in un contesto prestigioso: il Concorso Ginnico di Venezia del 1907. Questa, per essere precisi, è la prima comparsa ufficiale della pallacanestro in Italia… o almeno quella documentata.

Gli albori del basket in Italia

Bisogna attendere dodici anni per la partita all’Arena di Milano, di fronte a un folto pubblico e nell’ambito di una competizione sportiva, nonché evento sociale, tutt’altro che trascurabile. E bisogna attendere ancora di più per tutte le altre tappe.
Solo nel 1920 lo sport, che tra i primi nomi annovera anche palla al cesto, ammesso da Federginnastica e si inaugura il primo campionato. I vincitori? Forza e Costanza, di Milano. Il novembre dell’anno successivo viene poi redatto lo statuto costitutivo della Federazione Italiana Basket-Ball, tra i tavoli della birreria Colombo, sempre nel capoluogo lombardo. La Federazione è riconosciuta dal CONI nel 1930 e diventa autonoma da Federginnastica l’anno successivo.
La prima partita della nazionale italiana di basket di disputa invece nell’aprile del 1926 a Milano, una Italia-Francia passata alla storia con il risultato finale di 23 a 17.

A proposito, c’è un’altra figura fondamentale da non dimenticare, questa volta un uomo, sempre legato a Milano: Arrigo Muggiani. Fratello minore di quel Giorgio tra i fondatori della Internazionale FC e maggiore di Marco, primo allenatore della nazionale di pallacanestro (nella famosa partita contro la Francia), la sua famiglia è più che sportiva. Inoltre, Arrigo è tra coloro che giocano nell’Arena, quel giorno di giugno del 1919, poco prima dell’arrivo di Girardengo.

Sono passati cento anni da quei giorni, un secolo di vicissitudini, passioni, lacrime e sudore. Un secolo che la polvere dell’Arena ricorda ancora oggi. E che è importante custodire, per quei valori di gioco di squadra, lealtà e costanza che dovremmo tenere bene a mente, ogni giorno.

Grazie a Giuseppe Marmina per la consulenza e per avermi portata alla mia prima partita di basket ever.

Foto in apertura di Jakob Owens da Unsplash.

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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