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Creare un messaggio di valore, osservare, vivere nel proprio tempo e non accettare passivamente dei precetti: quando si parla di Preraffaelliti, la lezione è più che attuale.

A Palazzo Reale di Milano, c’è una mostra da non trascurare. Preraffaelliti. Amore e desiderio nasce dalla collaborazione con la Tate di Londra e il primo dettaglio, si fa per dire, che si nota è la presenza di un’ottantina di opere, molte delle quali difficilmente lasciano le albioniche terre per andarsene a zonzo nel mondo.
Tra l’Ofelia di John Everett Millais e la Lady of Shalott di John William Waterhouse, anche se si ha già avuto occasione di vedere queste opere, un ripasso fa sempre bene. Soprattutto perché la lezione Preraffaellita è più attuale che mai.

L’attualità dei Preraffaelliti: tra la creazione di un contenuto di valore e l’osservazione critica alla società

Flashback. Un paio di anni fa, per puro caso, ho trascorso un periodo nella casa londinese del pittore John Everett Millais, a Gower Street. È anche tra queste pareti che, nell’autunno del 1848, l’artista, insieme a Dante Gabriel Rossetti e William Holman Hunt, traccia il destino della confraternita dei Preraffaelliti.
Ai tre inseparabili si aggiungono ben presto altri esponenti, arricchendo il gruppo per generazioni, ma proprio in quelle stanze di Bloomsbury si delineano gli intenti del movimento. A ben vedere, delle regole che potrebbero essere valide ancora oggi. Quali? Avere idee genuine da esprimere, studiare in modo approfondito la natura per veicolare il messaggio con competenza, far proprio ciò che è più diretto e sincero nel comunicarlo. Il tutto per creare opere di valore, con un senso, in grado di colpire e fare riflettere, distaccandosi dal rigido formalismo insegnato in accademia.
I Preraffaelliti non rappresentano infatti una scuola o una corrente, bensì un gruppo di giovani artisti (hanno tra i diciannove e i ventitré anni), di estrazione sociale eterogenea, vagamente ribelli, che si conoscono alla Royal Academy di Londra e tra i quali scocca una scintilla. Pur con stili e storie diverse alle spalle, sono accomunati da un unico intento: la rivoluzione.

La rivoluzione Preraffaellita

Lo stile accademico è definito dalla confraternita, che si identifica ben presto con le iniziali PRB (Pre-Raphaelite Brotherhood) sciatto, slosh, in inglese, tanto da soprannominare Sir Joshua Reynolds, il fondatore dell’accademia, Sir Sloshua: non sono i tipi da prendere alla larga le considerazioni. Anziché perdersi tra le regole, ammirano la purezza del Medioevo, un mondo pre-rinascimentale che ancora non ha conosciuto le innovazioni di Raffaello e una lezione che si è poi cristallizzata in dogma. Propongono un nuovo stile e nuovi soggetti, in una società che sta rapidamente mutando e che influenza, per quanto possa apparire antitetico, la loro opera.
Proprio nell’epoca dei Preraffaelliti, che inaugurano la loro prima mostra nel 1849, sta cambiando innanzitutto il mondo dell’arte: le commesse non sono più appannaggio di nobili e aristocratici, ma la classe borghese e soprattutto i nuovi industriali hanno sempre più richieste, ampliano lo spettro dei temi possibili e i rapporti di mecenatismo. In più, sono figli del loro tempo, un tempo che vogliono risvegliare poiché imbrigliato nella consuetudine, artisticamente addormentato.

Ciò che mi ha sempre colpita è come, da grandi svantaggi, la confraternita sia riuscita a creare un moto di rinnovamento, ma anche quanto ciascuno di essi sia un figlio del secolo, in contrasto stridente con quelle opere che, soprattutto nei primi anni, sembrano rifarsi a epoche remote e a una letteratura del passato.
Giovani e spiantati, più bohémien di coloro che si definiranno tali qualche decennio più tardi, chiedono ad amici di posare come modelli e per questo conoscono il soggetto nei dettagli e lo ritraggono con una profondità inedita, superando le barriere tra artista e modello, captando i sentimenti più profondi.
Inoltre, per primi, abbandonano i corridoi di accademie e musei per trasferirsi all’aperto e studiare la natura che amano così tanto, per catturare l’ispirazione e stupire con il loro realismo quasi scientifico.
Non solo: se la Gran Bretagna non è direttamente toccata dai moti rivoluzionari europei, non è esente dalle rivolte sociali. In più, il suo paesaggio cambia con l’urbanizzazione seguita alla rivoluzione industriale, che vede milioni di donne e uomini abbandonare le campagne e riversarsi nelle città, in condizioni di vita pessime. Anche questi nuovi paesaggi urbani sono ritratti dai Preraffaelliti, che arrivano fin dentro le industrie.
Ancora, lo sviluppo di comunicazioni e mezzi di trasporto, basti pensare alle ferrovie, uniscono territori lontani, viaggiare diventa accessibile: se, quando la confraternita inizia le riunioni, nessuno dei suoi membri è mai stato in Italia, ci arrivano presto.
Non meno importante, un cambiamento sociale così grande non può che portare una riflessione sul ruolo della donna. Sempre a Gower Street, negli anni in cui gli artisti si danno i primi appuntamenti, nasce Dame Millicent Garrett Fawcett, suffragetta inglese: coincidenze? La donna è centrale nelle loro opere, reale, punzecchia la società che la considera un accessorio, la rende protagonista anche tragica, fino a diventare, in special modo nella seconda fase, una femme fatale.
Del resto, la più famosa modella preraffaellita è anche pittrice e poetessa: Elizabeth Siddal è quella Ofelia simbolo di un’intera epoca.

Artisti anticonvezionali e universali

A proposito. I membri della confraternita sono anticonvenzionali anche nella vita, tra disagi, eccessi e amori combattuti: la stessa Siddal sposa Rossetti ma, pochi anni dopo, muore per una overdose di laudano. E Millais? Si avvicina a una donna sposata, Euphemia Gray che, dopo molte difficoltà, fa annullare il suo sfortunato matrimonio, non con un uomo qualunque, ma con l’intellettuale e critico d’arte più influente dell’età vittoriana: John Ruskin.
Al di là della vicenda, Ruskin è il critico più influente dell’epoca e ha un ruolo non da poco nella storia preraffaellita: esalta la schiettezza del naturalismo, ammira il rifiuto dei precetti accademici e adora le opere della confraternita, rendendole universalmente accettate.

I Preraffaelliti arrivano ad abbracciare, dalla pittura, tutte le arti, senza confini: poesia, letteratura, epica si fondono e comunicano tra loro con la forza creatrice di un linguaggio universale, moderno. Perché l’arte è espressione del tempo e non solo: è un modo per guardare oltre i confini e i Preraffaelliti, nel loro andare oltre le apparenze e le convenzioni del proprio tempo, danno risposte valide ancora oggi.

Qualcosa di preraffaellita?

  • Un film: Effie Gray (2014), di Richard Laxton, con Dakota Fanning, Emma Thompson, Greg Wise.
  • Una serie tv: Desperate Romantics (2009) con Aidan Turner, Amy Manson, Tom Hollander e parecchi altri; trasmessa da BBC Two e da La Effe in Italia.

Immagine in apertura:
William Waterhouse, La dama di Shalott, 1888
Olio su tela, cm 153 x 200
Tate: Presented by Sir Henry Tate 1894
© Tate, London 2019

Foto nell’articolo di Carlotta Coppo:
John Everett Millais (1829-1896) Ofelia, 1851-52
Olio su tela, cm 76,2 x 111,8
Tate: Presented by Sir Henry Tate 1894
© Tate, London 2019

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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