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Sergei Vasiliev indaga, con uno sguardo intimo e privilegiato, i tatuaggi criminali russi con una serie di ritratti fotografici in bianco e nero: l’iconografia svelata tra segni arcaici e un mondo in dissoluzione

Lo sguardo di Sergei Vasiliev sui tatuaggi criminali russi non è solo privilegiato: è intimo, rigoroso, spoglio di ogni preconcetto. Insieme alle serie dedicate alle piscine per i parti in acqua e ai bagni turchi, Russian Criminal Tattoo è una delle più famose a sua firma, una vera e propria storia russa dagli anni Settanta al crollo dell’Unione Sovietica, marchiata sulla pelle di donne e uomini.

I tatuaggi criminali russi durante la dissoluzione sovietica

I tatuaggi dei criminali russi non sono semplici segni sulla pelle, bensì rappresentano un’iconografia, la narrazione di un’intera vita, un codice di chiara lettura per chi possiede gli elementi adatti a decifrarlo. Questo linguaggio inizia a catturare l’attenzione occidentale dopo la caduta dell’Unione Sovietica, quando la loro storia si diffonde oltre i confini. Tra le tante opere, il film Eastern Promises, diretto da David Cronenberg con Viggo Mortensen, o il libro Educazione siberiana di Nicolai Lilin, sono solo un paio di esempi del loro ingresso nell’immaginario collettivo.
Non solo registi, ma anche scrittori, fotografi, artisti e intellettuali di vario genere hanno approcciato questo mondo segreto, con altrettante sensibilità. E il minimo comun denominatore di tutte queste prospettive è solo uno, allo stesso tempo materico e viscerale: la pelle. La pelle diventa simbolo dell’unica proprietà, privata e intima, di donne e uomini russi, un legame arcaico che al contempo si trova ad affrontare un percorso di vita e uno sconvolgimento della storia, quello del passaggio alla Russia moderna e la sua successiva disgregazione.

Le foto in bianco e nero di Sergei Vasiliev

Tra i tatuaggi criminali russi immortalati dal fotografo, il pugnale al collo rappresenta che il soggetto ha ucciso e avrebbe nuovamente ucciso, con il numero di gocce di sangue sulla lama a conteggiare gli omicidi stessi; la rosa sulla spalla è il segno dell’aver compiuto 18 anni in prigione.
Come ha fatto Vasiliev ad avvicinare e ritrarre donne e uomini svelando la loro intimità? L’artista ha un occhio privilegiato, ottiene infatti l’accesso a una trentina delle prigioni più dure della Russia. E questo grazie al suo percorso: dopo il diploma alla MVD Academy di Mosca, diventa fotografo per il giornale Vecherny Chelyabinsk, con cui stringe un lungo sodalizio. Non solo: lavora anche come secondino in carcere e alcune foto sono presenti proprio nella raccolta.
La sua ricerca dura oltre quarant’anni e riguarda detenuti accusati di ogni tipo di crimine, dal furto all’omicidio. Così, i suoi ritratti fotografici, in rigoroso bianco e nero, schiudono la verità su un isolamento fisico, ma anche mentale ed esistenziale.

La mostra ospitata da Ono Arte Contemporanea presenta 40 scatti vintage, realizzati e stampati tra il 1987 e il 1989.

Sergei Vasiliev: Russian Criminal Tattoo
ONO arte contemporanea
via Urbana, 6 c/d (Bologna)
Per info: www.onoarte.com

Immagine in apertura © Sergei Vasiliev 2020.

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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