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La piperna è una pianta. Cresce, rigogliosa e indisturbata, tra i giardini e le colline di Ischia. Poi, un giorno, l’ho scoperta

 

N on che sia stato facile scovarla. Tuttavia, una volta abbandonato il suo stato dogmatico, ovvero il credere alla sua esistenza senza una prova tangibile di essa, è protagonista indiscussa.
In poche parole, in un ipotetico (ma nemmeno poi molto) universo dove Ischia è al centro e il mondo ruota intorno, dall’isola è saltata fuori una piantina in grado di insegnare più cose.
“Considera la piperna”, sostiene la sottoscritta. Poiché la piantina non è solo semplicemente bella, profumata e utile, ma diventa anche un po’ metafora della vita.

 

La teoria della piperna (o pipernia, a seconda)

Le sue radici affondano in un tempo antico, e non potrebbe essere altrimenti. Secondo i libri di botanica, la sua classificazione scientifica risponde a Thymus serpyllum, ovvero timo selvatico; secondo la saggezza popolare, ne differisce leggermente, facendo specie a sé.
Il timo selvatico, va detto, è diffuso in tutto il Mediterraneo e la pipernia (anche detta piperna) ne mutua alcune delle caratteristiche principali: si adatta per bene a ogni terreno e vanta dei principi attivi che le danno una carica esplosiva, erboristicamente parlando.

La piperna in vivaio
Find Pipernia

 

Non so come sia sbarcata a Ischia (per quanto punti a scoprirlo presto), ma probabilmente la sua caratteristica principale sta nel rivelarsi una pianta molto simpatica: se ne sta in vaso su balconi e terrazzi, nei giardini ischitani così come negli orti, può persino capitare di scorgerla anche in terreni selvatici o nei pendii che scivolano verso le coste.
Insomma, pare che le sia sufficiente un po’ di spazio per adattarsi completamente e stare bene. Al pari di ciò che ognuno dovrebbe essere in grado di fare: vivere al meglio in modo autonomo ma, al contempo, trarre il meglio da ogni situazione, fiorendo.

 

L’importanza della pipernia

Lasciando per un attimo da parte la sua versatilità, è doveroso concentrarsi sulla sua natura di erba aromatica odorosa, che la rende utile per vari scopi. E ci sono almeno tre motivi per coltivare la pipernia.
Il primo è il più semplice: per piacere, perché è una bella pianta e molto decorativa. Un piccolo cespuglio che, nei mesi di aprile e maggio, esplode con la sua fioritura dai colori delicati ed emana la sua fragranza.
Il secondo è a dir poco antropologico: per la cucina. Grazie al suo sapore, si adatta in modo particolare ai secondi di carne. Mai sentito parlare del coniglio all’ischitana? C’è chi ha avuto modo di ascoltare questa ricetta direttamente dalla voce di anziani dell’isola ed è stato un po’ come il brivido di un segreto ancestrale tramandato. Certo, non padroneggiando granché bene il dialetto, è stato come non ascoltare un bel niente. Senza uscire dalla cucina e superando i secondi, non sono da lasciare da parte infusi e amari digestivi (la sottoscritta ha già gli alambicchi pronti).
Il terzo motivo riguarda la salute: per stare bene. A quanto pare, la pipernia è un elisir di lunga vita e le sue proprietà fitoterapiche sono diverse. È depurativa, essendo in grado di cacciare tossine dal corpo; drenante, in quanto elimina i liquidi; astringente, riducendo le secrezioni (mai sentito parlare di diarrea del viaggiatore? Che fortuna!); digestiva, favorendo per l’appunto la digestione; antibatterica, proprio come il timo, che viene utilizzato per suffimigi e per placare le infiammazioni della gola.

Fiori della piperna
La fioritura della Pipernia su un balcone milanese

 

Sono dell’opinione che niente come la natura possa insegnare a vivere al meglio. Quello che questa piccola pianta, finita in qualche modo su un’isola e diventata uno dei suoi simboli più caratteristici, ci insegna è prezioso in ogni sfumatura: non perdere la forza e crescere ovunque, utilizzare il proprio spirito di adattamento per rifiorire anno dopo anno, essere pronta ad accompagnare chiunque in ogni istante della vita, abbellendo una finestra, portando in tavola un piatto che i commensali non dimenticheranno facilmente e persino aiutando il benessere del corpo.

Considero la piperna, insomma.
Selvatica e al contempo così generosa.

 

Ovviamente dedicato agli ischitani Gianmaria, custode della Pipernia nonché fotografo, e Alvise, ascoltatore ufficiale degli sproloqui sulla piantina.

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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