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Quando un thriller storico diventa una serie tv e sbarca su Netflix: “L’alienista” di Caleb Carr resta uno dei romanzi più avvicinenti degli ultimi decenni.

È il 1994 quando il romanzo The Alienist di Caleb Carr viene pubblicato e non passa certo inosservato: vende milioni di copie e per mesi resta piazzato nella lista dei best seller del New York Times. Non che i numeri debbano per forza essere indice di un valore assoluto ma, almeno per quanto concerne il mio personale giudizio critico, è uno dei più coinvolgenti e appassionanti thriller degli ultimi decenni. In più, sfodera anche un’ambientazione storica praticamente perfetta.
Per anni, l’edizione italiana è stata fuori commercio e, spesso, introvabile: così, nel corso di una delle mie incursioni londinesi, ho prenotato e ritirato una copia nella solita libreria di Gower Street. Da quel giorno, riscoprire il libro di Caleb Carr, leggendolo finalmente in inglese, è stata un’esperienza di vita.
E c’è un motivo che mi ha spinta a chiamare in soccorso gli amici della libreria di Bloomsbury: finalmente qualcuno ha avuto non solo l’idea, ma anche la possibilità di far diventare The Alienist una serie tv. Doveroso riprendere in mano la storia originale, no? Ma andiamo con ordine.

Di cosa parla The Alienist di Caleb Carr?

La storia è ambientata a New York nel 1896. Tutto inizia quando il reporter, nonché voce narrante, John Moore e l’amico Laszlo Kreizler (eccolo, l’alienista!) sono chiamati a indagare su un misterioso ed efferato omicidio dall’allora capo della polizia Theodore Roosvelt, proprio quel Roosvelt.
Prima di andare oltre: che cos’è un alienista? Per farla breve: è uno psichiatra.
Il termine “alienista” compare per la prima volta in un testo inglese nel 1864, ma è già diffuso da secoli nella lingua orale. D
eriva dal francese “aliéniste”: chi soffre di disturbi mentali, di varia origine e natura, viene infatti definito “aliéné” (dal latino “alienatus”, estraniato, nella fattispecie dalla realtà). Da qui il nome del medico che si occupa di tali casi e che viene definito anche “patologo mentale” o, in modo più raffinato, “medico dei pazzi”.
Inizia così una spirale di suspense che avvolge le centinaia di pagine del libro e che prende le mosse alla fine del secolo scorso, in un periodo di svolta sia per le moderne psichiatria e psicologia, sia per le investigazioni criminali e la giustizia stessa.
Autore è, per l’appunto, Caleb Carr, uno scrittore dalla bibliografia infinita che al protagonista di questo romanzo, alla figura del Dottor Kreizler, ha dedicato una trilogia: The Alienist è il debutto della serie, seguono poi The Angel of Darkness nel 1997 e Surrender, New York nel 2016.

Niente di scontato: precisione storica e modernità

Una delle prime caratteristiche che subito conquistano di questo romanzo, e forse la più evidente, è la meticolosità storica: le vicende si svolgono tra descrizioni vivide della metropoli newyorchese, tra slum decadenti e club scintillanti, conducendo fino all’interno di una cella del carcere di Sing Sing e nei bordelli più sordidi. Se ciò non fosse sufficiente, anche i personaggi che prendono vita in questa scenografia sono plasmati in ogni dettaglio, dai principali sino alle semplici, e spesso pittoresche, comparse.
Del resto, gli stessi protagonisti sono tutt’altro che scontati: uno psichiatra, un giornalista e la prima donna a lavorare nella polizia di New York, Sara Howard. I tre sono aiutati da due investigatori privati con esperienze in vari ambiti e una forte propensione verso le nuove tecnologie e le teorie scientifiche più avanzate, i fratelli Isaacson. In poche parole, dei veri e propri outsider della società dell’epoca (e non solo newyorchese).
Quel che ne risulta è una New York di fine secolo tutt’altro che sbiadita, anzi: la modenità e la tensione verso il futuro della città, e di tutta un’epoca, si impongono. Basti pensare alle tecniche investigative rivoluzionarie che sono descritte: ancora non si parla apertamente di serial killer (definizione usata per la prima volta nell’FBI da Robert Ressler, vedi la serie tv Mindhunter, quasi un secolo dopo la storia di Carr), ma si ha la creazione di una task force che coinvolge più abilità, a preannunciare una rivoluzione nella pratica investigativa e nella stessa criminologia. Nasce così un team multidisciplinare dove giornalismo, psichiatria, medicina legale, fotografia e una buona dose di intraprendenza sorreggono un’intera storia mozzafiato.
Proprio nel quartier generale della squadra, infatti, partendo dalle tracce lasciate sulle scene del crimine, viene elaborato (o almeno si prova) un vero e proprio profilo psicologico e sociale della figura dell’assassino, con l’obiettivo di condurre all’identificazione del colpevole.
La narrazione è un spirale avvolgente nella quale tutti gli elementi concorrono a delineare un racconto perfetto: l’azione fatta di suspense, i colpi di scena improvvisi, la psicologia stessa dei personaggi e la loro evoluzione nei rapporti con gli altri e con se stessi, non possono che ancorare gli occhi di chi legge.
Inoltre, Carr riesce a fare ciò che ogni scrittore (specialmente di romanzi storici) mira a fare alla perfezione: raccontare un mondo distante nel tempo, ma coi colori brillanti di chi lo vive in prima persona e con il linguaggio fruibile dell’attualità. Il tutto senza trascurare quei temi universali in ogni tempo: emarginazione, affermazione femminile, integrazione,  riscatto sociale, dedizione al proprio lavoro e così via.
Dici poco.

E poi L’alienista diventa una serie tv TNT/Netflix

Sono accadute molte cose dopo la pubblicazione di The Alienist in diverse parti del mondo e il conseguente successo. Tra queste, la volontà di realizzare un film, cosa che purtroppo non è mai avvenuta. Il progetto di dare vita sullo schermo alle immagini tratteggiate da Carr nelle sue pagine non è però mai svanito del tutto e, nel 2018, finalmente debutta grazie a TNT e a Netflix, che ne ha confermato la distribuzione in tutto il mondo.
Chi sono i protagonisti? Un cast da far crollare la mascella a terra: Daniel Brühl (Good Bye, Lenin!, Inglorious Basterds) è Laszlo Kreizler, Luke Evans (The RavenDracula Untoldè John Moore e Dakota Fanning (Effie Gray, American Pastoral) è Sara Howard, giusto per citare i protagonisti. Nota a margine: quelli tra parentesi sono solo una manciata dei miei film preferiti.
Qualche riga deve essere doverosamente dedicata a Rupert Gregson-Williams: il suo nome è infatti sigillo di unicità per le colonne sonore di film e serie tv degne di lode, tra le quali, ad esempio, The Crown.
The Alienist debutta su TNT il 22 gennaio 2018 e, lo scorso agosto, Netflix ha annunciato l’acquisizione dei diritti di distribuzione internazionale: sarà in streaming dal 19 aprile.
A corollario di tutto questo, Newton Compton ha ristampato l’edizione italiana de L’alienista di Caleb Carr che, attualmente, troneggia in tutte le librerie. Se infatti non è ancora dato sapere come possa essere la serie televisiva, una cosa è certa: il romanzo, anzi il thriller di ambientazione storica, è una di quelle letture in cui immergersi senza esitazione.

Postilla: il 5 agosto del 1994 esce la recensione di The Alienist dell’Indipendent, leggere per credere.


Piaciuto il trailer? Ecco la scorciatoia per guardare L’alienista su Netflix!

In apertura: foto di Kata Vermes (Turner/TNT Pressroom).

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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