Visconti, Carrà, Frigerio, Guttuso, Roller: tutti protagonisti delle nuove pubblicazioni degli Amici della Scala. Ecco cinque letture consigliate in vista della Prima.
O ggi è il giorno della Prima alla Scala, ques’tanno con Tosca di Giacomo Puccini (che Riccardo Chailly porta in scena nella versione del 1900). Per stare in tema, è quasi un obbligo sfogliare le nuove pubblicazioni firmate dagli Amici della Scala, cinque libri dedicati ad artisti che hanno fatto la storia di questo teatro, così come di arte e cultura: Luchino Visconti, Carlo Carrà, Ezio Frigerio, Renato Guttuso e Alfred Roller.
Luchino Visconti tra cinema e teatro
Contraddittorio, incisivo, raffinato, complesso: artista e intellettuale, Luchino Visconti è tra i più grandi del Novecento. Per tutta la carriera (e la vita) ha inseguito il rinnovamento in ogni genere, dal cinema al teatro, sia lirico sia di prosa. Il risultato? Un continuo dialogo tra le forme, un fertile scambio di linguaggi e contenuti: nascono così gli allestimenti neorealisti di Ossessione, gli spettacoli con Maria Callas, le ricostruzioni de Il Gattopardo e l’intimità del suo ultimo L’innocente. Scandalo e fascino sono inscindibili, tanto quanto erudizione e sovversione.
VISCONTI – Cinema Teatro Opera
a cura di Vittoria Crespi Morbio (Amici della Scala)
Carlo Carrà e il teatro musicale
Sono due gli incontri tra Carlo Carrà, pittore futurista e metafisico, con il teatro musicale: La bohème di Puccini, nata espressamente per la Scala e poi volata in tour fino ai Paesi Bassi, e il balletto La lampara del 1957, ideato da Franco Donatoni. Le sue marine diventano protagoniste della scena teatrale, l’equilibrio cromatico, l’essenzialità delle strutture diventano elementi che, dalla tela, sorreggono le scenografie, senza dimenticare la lezione eterna di Piero Della Francesca e del Rinascimento.
Carlo Carrà alla Scala
a cura di Vittoria Crespi Morbio (Amici della Scala)
Gli storici allestimenti di Ezio Frigerio
Nascono dal genio di Giorgio Strehler e prendono vita grazie a un altro artista indiscusso come Ezio Frigerio i magnifici quattro, allestimenti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della Scala e, più in generale, del teatro stesso: Simon Boccanegra del 1971, Falstaff del 1980, Lohengrin del 1981 e Le nozze di Figaro del 1981. Verdi, Wagner e Mozart rinascono in un palcoscenico che diventa un universo a sé stante, come la vela del già citato Boccanegra, diventata vera e propria icona. Oltre a questi spettacoli, va ricordato che Frigerio collabora per mezzo secolo, sempre alla Scala, con Strehler ma anche con Ronconi, Končalovskij, Herzog, Nureyev, traducendo in realtà scenica le visioni di questi maestri.
Ezio Frigerio alla Scala
a cura di Vittoria Crespi Morbio (Amici della Scala)
Renato Guttuso e il teatro
Al fianco di altri monoliti della cultura, da Alberto Moravia a Nino Rota, da Luciano Berio a Eduardo De Filippo, Renato Guttuso vive il teatro come un momento di impegno civile. In particolare, alla Scala approda con quattro allestimenti per melodramma e balletto, nei quali si fondono tragicità poetica, uno stile inconfondibile, un mondo dal sapore sospeso tra realtà e visione, come per L’amore stregone di Manuel de Falla del 1962.
Renato Guttuso alla Scala
a cura di Vittoria Crespi Morbio (Amici della Scala)
Alfred Roller, dalla Vienna della Secessione a Milano
Alfred Roller è il responsabile di Ver Sacrum, la rivista ufficiale della Secessione Viennese, ed è direttore della Scuola di Arti Applicate per quasi tre lustri, fino al 1933: in poche parole, è uno degli esponenti più influenti e rispettati della scena artistica e culturale di Vienna e non solo. Con Gustav Mahler e Max Reinhardt, riforma opera e teatro, creando allestimenti oltremodo innovativi. Tra questi, le scenografia de Il cavaliere della rosa, in scena alla Scala nel 1911 con la direzione di Tullio Serafin.
Alfred Roller alla Scala
a cura di Vittoria Crespi Morbio (Amici della Scala)
Immagine in apertura: Renato Guttuso, L’amore stregone di De Falla, 1962
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