Skip to main content

A vent’anni dall’uscita, In The Mood For Love di Wong Kar-wai torna al cinema: il consiglio? Non sottovalutare la colonna sonora.

Ispirato al romanzo breve Un incontro di Liu Yichang (tradotto in italiano da Maria Rita Masci e pubblicato da Einaudi), In The Mood For Love di Wong Kar-wai torna al cinema a vent’anni dal suo debutto nelle sale, in una nuova versione restaurata. Con il film, torna anche l’occasione per riascoltare una delle migliori colonne sonore di sempre.
Più che una sorta di ponte tra oriente e occidente, come viene spesso definita, la musica di In The Mood For Love è la costruzione sonora di un mondo sfaccettato, vivo, di una realtà, quella di Hong Kong degli anni Sessanta, crocevia d’influenze e punto d’incontro tra culture. Nondimeno è espressione diretta dell’intima complessità dei protagonisti, giacché, come ha sottolineato spesso il regista, il film non racconta solo di un tradimento, ma si addentra nel profondo di dinamiche sociali e personali.

For me, music is not only for the mood, but also the sound. I came to Hong Kong when I was five, and the first things that impressed me were the sounds of the city, which were totally different from Shanghai.

Wong Kar-wai

Nasce così un affresco preciso, limpido e senza eccessi che, da un lato, consente di perdersi letteralmente tra le vie della grande città, nelle case dei protagonisti, dall’altro di essere travolti dalla forza drammatica delle loro azioni e intimità, grazie a una potenza diegetica assoluta.

Yumeji’s, il tema principale

Un valzer lento, per archi, accompagna la relazione di Su-Li-zhen e Chow Mo-wan. Yumeji’s Theme, del compositore Shigeru Umebayashi, non è un brano originale: arriva da un film realizzato una decina di anni prima, Yumeji, per l’appunto. Nella sua nuova veste, segue i protagonisti come un’ombra sottile, avvolgendoli sempre di più: accenna i loro incontri, sfumando leggermente nel lasciarli vicini, quasi che la musica preannunci lo schiudersi della loro intimità. Con il procedere della pellicola, la melodia acquisisce intensità, il tema si sviluppa verso una forma compiuta, trasformando il caso in una relazione e annunciando ambigui presagi.

Nat King Cole, stella d’occidente

Sono sempre gli archi protagonisti di un altro brano, Aquellos ojos di Nat King Cole. Proprio lui è presente nella colonna sonora di In The Mood For Love con diverse tracce. Bene ricordare che, negli anni Cinquanta e Sessanta, le radio di Hong Kong e il mercato discografico sono appannaggio di brani in mandarino, eppure le canzoni in inglese conquistano gli ascoltatori, soprattutto nelle fasce più giovani: ecco l’occidente fare breccia in crogiuolo di dialetti e tradizioni, dai locali pubblici, dove sono eseguite anche dal vivo, alle frequenze radio.

In The Mood For Love e la tradizione

Nel film ha una parte anche la celebre cantante Rebecca Pan, ed è possibile ascoltare anche una delle sue canzoni più famose, Bengawan Solo. Inoltre, sono presenti anche diversi brani tradizionali, classici che, peraltro, parlano spesso, di amori proibiti e tradimenti. Tra questi brani, Si Lang Tan Mu e Sang Yuan Ji Zi sono interpretate da Tan Xin Pei operista famoso nonché protagonista del primo film cinese, Ding Jun Shan, nel 1905 (l’unica copia della pellicola è andata distrutta).
La sola presenza di questi brani è una commistione tra il forte legame con la tradizione da un lato, la vocazione alla modernità dall’altro: radici e liberazione, in una similitudine con il legame creato dalla coppia dei protagonisti.
Ancora, parlando di musica moderna, Zhou Xuan, attrice e voce pop, è presente con un estratto dalla radio, originale.

Ci sono poi le composizioni originali di Michael Galasso a conferire omogeneità al tutto. A una visione globale, le musiche di In The Mood For Love si prestano a più livelli di lettura, caratterizzazione, interpretazione, immergono lo spettatore in una narrazione sonora a più livelli, lo stringono in un’atmosfera avvolgente, densa, pulsante, donando alle emozioni vita unica e vera.

Immagine in apertura Tucker Film.

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

Leave a Reply

Verified by MonsterInsights