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Il 9 settembre del 1971 viene pubblicato Imagine, disco di John Lennon (e Yoko Ono) che cambia la storia.

È il 9 settembre 1971, negli Stati Uniti viene pubblicato il quinto disco solista di John Lennon (e il secondo dopo la fine dei Beatles): Imagine. Ben presto, l’album entra nella storia di musica e cultura, soprattutto grazie al brano omonimo che diventa una pietra miliare, cambiandole per sempre.
L’opera prende forma agli Ascot Sound Studios di Tittenhurst Park, nella residenza Tudor della coppia Lennon-Ono. Tra i vari musicisti che si avvicendano da quelle parti, contribuendo alla sua realizzazione, c’è anche George Harrison con la sua chitarra solista.
Oggi, Yoko Ono e Sean Lennon celebrano i 50 anni di Imagine con un documentario che racconta la registrazione dell’album, disponibile in streaming, coniando per l’occasione l’hashtag #Imagine50.

Gli omaggi a Imagine

Sono oltre duecento le cover realizzate da innumerevoli artisti, dagli A Perfect Circle, che includono la loro versione nel disco Emotive, a Eddie Vedder, che l’ha cantata dal vivo al Super Bock Super Rock del 2014: giusto un paio di esempi, tra i poli dell’ordine alfabetico (nel mezzo, Lady Gaga, David Bowie, Joan Baez, Elton John e via dicendo).
Tra i vari omaggi a Imagine, c’è anche il celebre mosaico che si trova allo Strawberry Fields Memorial di Central Park, a New York. Quest’area speciale è stata progettata per diventare un vero e proprio giardino della pace e, ogni giorno dal 1985, accoglie un incessante pellegrinaggio di devoti, curiosi, appassionati. Una notizia non trascurabile: il mosaico è stato realizzato da artigiani campani ed è un dono del comune di Napoli.

Yoko Ono 

È proprio John Lennon a dichiararlo: musica e parole di Imagine sono ispirate in modo viscerale ai lavori di Yoko Ono. In particolare, è un libro di poesie realizzato dall’artista a influenzare la realizzazione di disco e canzone, Grapefruit. Una curiosità: Yoko Ono compare nei crediti solo nel 2017, mentre prima non era presente: è lo stesso Lennon, in un’intervista alla BBC del 1980, a dichiarare il suo egoismo nel non averla inserita, per quanto lo avesse meritato.
La presenza di Yoko Ono, vale sempre la pena ribadirlo, è ben più della compagna ripresa nel famoso video, seduta accanto a lui al pianoforte bianco: quella di Yoko Ono è contaminazione del pensiero di un’artista affermata, che sfocia nell’opera immortale di un grande musicista.

Immagine in apertura di Iñaki del Olmo (Unsplash).

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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