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LibriRaccontare

L’arte di vedere le cose intorno a noi spiegata da Rob Walker

By 9 Ottobre 2023Un commento

Oltre cento esercizi pratici per scatenare l’ispirazione e apprendere L’arte di vedere le cose, a prova di scetticismo e divertenti.

L'arte di vedere le cose intorno a noi di Rob Walker

Viviamo travolti da flussi ininterrotti di informazioni, gli stimoli sono continui — basti pensare alle notifiche degli smartphone — e cosa accade? Consumiamo velocemente, siamo sempre distratti, corriamo da una parte all’altra senza il tempo di osservare; la concentrazione è difficile e la creatività rischia di atrofizzarsi.
Similmente a Ruba come un artista di Austin Kleon, anche il libro di Rob Walker ci viene in soccorso e lo fa già nel titolo, L’arte di vedere le cose intorno a noi, che continua con un sottotitolo eloquente: 131 modi per trovare l’ispirazione, scatenare la creatività e scoprire la gioia nel quotidiano.
Diviso in cinque parti (Osservare, Percepire, Andare in giro, Connettersi con gli altri, Stare da soli), ciascuna contiene 131 esercizi per allenare l’attenzione verso il mondo e verso noi stessi, prendendo ispirazione da grandi artiste e artiste e da ogni forma espressiva.

  1. Osservare con attenzione
  2. Percepire il mondo intorno
  3. Stare insieme agli altri e stare da soli
  4. Non chiudersi in casa
  5. Perché leggere L’arte di vedere le cose (e un consiglio se ti è piaciuto)

1. Osservare con attenzione

Osservare significa guardare con attenzione. Quante cose guardiamo distrattamente, come quando sfogliamo una rivista o scrolliamo il feed di un social? Osservare implica invece soffermarsi sui dettagli, approfondire.

L’attenzione è vitalità. Vi connette con gli altri. Vi rende curiosi. Restate curiosi.
Susan Sontag

Quando parliamo di creatività, l’atto di osservare ci permette di allenare il pensiero condizionale: a sua volta, pensare al condizionale, anziché in termini assoluti, ci permette di non vedere un oggetto o una situazione non per ciò che è, bensì per ciò che potrebbe essere. Forse uno degli esercizi creativi supremi e che ci sfida ad andare oltre i nostri canoni.
Forse è lo stesso stimolo che anima anche Robert Irwin, artista e santo protettore dell’attenzione: cura i dettagli degli spazi espositivi, utilizza la luce come mezzo espressivo, crea una forte dipendenza tra opera e contesto, in modo che le opere trasformino lo spazio e viceversa

In più, c’è una citazione molto importante in questo capitolo:

Quel genere di attenzione assorta che prestiamo da bambini è qualcosa che amo, e che secondo me tutti possiamo amare e riconquistare, perché l’attenzione è la via maestra per la gratitudine, la via maestra per la meraviglia, la via maestra per la reciprocità. E mi preoccupa molto che i bambini di oggi sappiano riconoscere cento loghi di multinazionali ma meno di dieci piante
Robin Wall Kimmerer

Usare lo sguardo come un bambino è fondamentale, meravigliarsi è d’obbligo.

2. Percepire il mondo intorno

Lo sguardo non è sufficiente, è essenziale allenare tutti i sensi. Quando Walker parla di percezione, molto spazio è dedicato a un tema interessante: il silenzio.
Nel 1952, David Tudor presenta per la prima voltala famosa 4’33’’ di John Cage. Con questo brano, il compositore propone una strategia creativa, ma anche un modo per sfuggire al proprio ego: la performance non è il centro dell’attenzione, bensì lo è il mondo intorno, che ne viene calamitato al centro. Inoltre, lo stesso Cage descrive il pezzo come “non tanto un brano di ‘silenzio’, quanto un’opportunità strutturata per sentire suoni casuali, per ascoltare la pienezza di quel che succede”.

A tal proposito, è importante la pratica del silenzio digitale. In che senso? Ad esempio, controllando ciò che accade, ma senza intervenire, oppure ponendosi a ogni impulso di scrivere un post o un commento alcune domande: cosa ci spingerebbe a dire quello che è davvero importante? Alle nostre reti farebbe piacere? E a noi?

3. Stare con gli altri e stare da soli

Fare domande sviluppa un’attenzione più profonda, annunire mostra comprensione e favorisce il contatto, seguire l’oratore facilita l’elaborazione delle informazioni: ecci perché il confronto con l’altro risulta imprescindibile in fase creativa.
C’è una formula che sintetizza bene tutti i gesti sopra elencati, si chiama SLANT ed è un acronimo: 

  • Sit up (siedi ben dritto);
  • Lean forward (tenditi in avanti);
  • Ask and answer question (fai domande e rispondi); 
  • Nod your head (annuisci);
  • Track the speaker (asseconda l’interlocutore).

E quando qualcosa ci à fastidio, possiamo seguire il consiglio di Kennedy Goldsmith, che dice “la poesia è tutt’attorno a noi” e rendere poetico persino ciò che ci dà sui nervi, per quanto forse questo richieda un po’ di allenamento.

Infine, e non certo per importanza, in tutti i libri che parlano di creatività prima o poi arriva un consiglio: dedicarsi a sé.
In questo caso, uno degli esercizi prevede di prendere un appuntamento con sé stessi: perché non portarci a visitare un museo oppure a vedere un film al cinema?

4. Non chiudersi in casa

In L’arte di vedere le cose intorno a noi ci sono vari esercizi che prevedono di alzarsi dalla sedia, aprire la porta di casa e andare in giro, in modi diversi tra loro, ad esempio:

  • improvvisando un percorso;
  • seguendo un itinerario prestabilito alla scoperta di qualcosa;
  • affidandosi a una guida.

Passeggiare consente di perdersi il che, oltre a resettare e rilassare la mente, consente un evento prezioso: incappare nell’imprevisto, il modo migliore per spezzare la routine e mettere in gioco la creatività.

5. Perché leggere L’arte di vedere le cose e cosa leggere se ti è piaciuto

  • Perché leggere il libro di Rob Walker?
    Per vivere delle giornate più interessanti e creative, ma soprattutto per avere un compendio di esercizi pratici e semplici per migliorare la capacità di attenzione.
  • Cosa leggere se ti è piaciuto?
    Un libro che viene citato anche nel testo: Il briccone fa il mondo di Lewis Hyde.
Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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