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La mostra di Guido Harari a Milano è un viaggio dalla musica all’eternità

Mezzo secolo di carriera tra fotografia e musica, celebrati dalla mostra Guido Harari. Incontri alla Fabbrica del Vapore.

Patti Smith, Villa Arconati, 1996 ©Guido Harari.

Pihilip Glass descrive così Guido Harari: «Non so proprio come Guido faccia a creare queste fotografie. Conosco il 90% di questi artisti e non ne ho riconosciuto uno!».
Uno dei talenti di Harari è saper catturare l’anima degli artisti che incontra. Diventato fotografo e giornalista musicale negli anni Settanta — nel corso della sua carriera non disdegna poi incursioni nel mondo della pubblicità e della moda, si cimenta anche con i reportage — il tocco di Harari dà vita a pietre miliari di musica e cultura, ad esempio firmando le copertine di dischi di artisti come Kate Bush, Lou Reed, Frank Zappa e molti altri; noto in tutto il mondo, in Italia collabora con Pino Daniele, Mia Martini, PFM solo per citarne alcuni.

Fino ad aprile 2024, Milano lo omaggia con una mostra monografica negli spazi della Fabbrica del Vapore: Guido Harari. Incpontri è un percorso in 300 fotogradie, filmati originali, incursioni musicali e, appunto, incontri con l’autore e le sue muse.
Il percorso si snoda dagli esordi come giornalista musicale, attraversando le storiche cover e i ritratti che fanno parte dell’immaginario collettivo, provando a catturare un’esistenza multiforme, che lo ha visto toccare diversi settori, ma anche privilegiare come forma espressiva proprio ritratto, un incontro intimo con le personalità, in grado di svelarne le sfaccettature dell’anima.

David Bowie, Roma, 1987 ©Guido Harari.

La mostra prende così il via dalle ispirazioni degli esordi, negli anni Settanta, quando l’allora adolescente Harari coniuga le passioni per musica e fotografia in un lavoro e in una forma artistica. Alla Fabbrica del Vapore è possibile osservare materiali inediti, nonché sbirciare il documentario di Sky Arte a lui dedicato e approfittare di un’audioguida con la voce narrante dello stesso fotografo.
In particolare, Incontri si apre con un’installazione dedicata alla città di Milano e ai personaggi che l’anno resa grande, e che Harari ha incontrato in mezzo secolo di carriera, come la storica fotografia, nonché immagine simbolo sulla locandina della mostra, che vede ritratti Giorgio Gaber, Enzo Jannaci e Dario Fo. Il ritratto appunto è un modo per immortalare, oltre a musicisti, anche grandi personaggi della cultura e della società, come la senatrice Liliana Segre.

Le sezioni della mostra di Guido Harari alla Fabbrica del Vapore

Per mettere ordine in oltre mezzo secolo di una carriera prolifica e sfaccettata, la mostra è organizzata in diverse sezioni:

  1. «Sapessi com’è strano…» omaggio a Milano
    Un dono alla città dove Harari è cresciuto e si è affermato, tornando dopo vent’anni trascorsi nelle Langhe, in Piemonte. L’omaggio si concretizza attraverso i volti di milanesi eccellenti, tra cui tra cui Dario Fo, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Alda Merini, Carla Fracci, Achille Castiglioni, Giorgio Armani, Miuccia Prada, Milva, Ornella Vanoni, Elio Fiorucci.
  2. Light My Fire. Il big bang di una passione
    Poster, foto, autografi, riviste d’epoca… la cameretta di Guido Harari adolescente prende vita nell’iconografia che lo ha ispirato, lasciando germogliare un talento che ha conquistato il mondo.
  3. All Areas Access
    Tra backstage di concerti e studi di registrazione, l’intimità con gli artisti esplode nella dimensione del ritratto, che immortala Laurie Anderson, Peter Gabriel, Frank Zappa, Keith Jarrett e tanti altri artisti italiani e internazionali.
  4. La musica che mi gira intorno
    Dai Rolling Stones ai Nirvana, da Prince ai Led Zeppelin, nel cuore della mostra pulsa un universo fatto di concerti intimi e in grandi spazi; alle pareti i musicisti del cuore, da Patti Smith a Nick Cave, passando per Iggy Pop, David Bowie e i Clash. Accanto ai grandi numi tutelari internazionali, le eccellenze italiane e la primavera indie completano il viaggio attraverso la musica: dai C.S.I. a Paolo Conte, passando per Lucio Dalla, Antonella Ruggiero e una lunga lista di nomi.
  5. Il ritratto come incontro
    Dopo alcuni incontri speciali, Harari ha allargato le proprie passioni oltre l’ambito della musica. Ecco allora comparire tra i ritratti José Saramago, Pina Bausch, Wim Wenders, Ute Lemper, Jean-Luc Godard e una serie di nomi da far girare la testa al solo pronunciarli.
  6. Italians
    Rita Levi Montalcini, Ennio Morricone, Nanni Moretti, Monica Vitti, Gino Strada e tante altre personalità, stelle lucenti nei firmamenti di cultura, scienza, moda, cinema, fotografati come se fossero delle rockstar.
  7. Il sentimento dello sguardo. I fotografi
    Uno spazio è dedicato ai ritratti di alcuni fotografi che hanno ispirato Harari, volti in primo piano che emergono dal buio, tra Letizia Battaglia e Ferdinando Scianna.
  8. Fotografie senza macchina fotografica
    Oltre alle foto, nella mostra è presente anche una sezione dedicata alla “fotografia senza macchina fotografica”, ovvero alla curatela dei libri, altra grande passione di harari, che ha curato ad esempio le biografie illustrate di Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Mia Martini, Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini.
  9. In cerca di un altrove
    Antidoti ai rituali della fotografia commerciale e ai ritratti di celebrità, frammenti di reportage, sperimentazioni inedite alla ricerca di nuovi linguaggi oltre la fotografia.
  10. Occhi di Milano
    L’ultima sala del percorso accoglie ritratti che Guido Harari realizza nella Caverna Magica, dando vita ad una sorta di “mostra nella mostra” che, una volta completata, rappresenterà gli sguardi della città, con protagonista chiunque vorrà farsi ritrarre.

Due iniziative da tenere d’occhio: la Caverna Magica e il Ritratto sospeso

Nella mostra è possibile accedere a un luogo speciale, la Caverna Magica, un luogo dove chi lo desidera può prenotarsi per farsi ritrarre da Harari in persona, previa prenotazione sul sito cavernamagicaharari.com. Il giorno stesso, riceveranno una stampa del proprio ritratto in formato 33x48cm, firmata da Harari, mentre una seconda copia dello stesso ritratto verrà esposta in tempo reale, e a rotazione, nella sala dedicata agli Occhi di Milano.

L’iniziativa del Ritratto sospeso, ispirata alla tradizione napoletana del caffè, consente di donare una serie di ritratti sospesi ai milanesi meno fortunati di alcune strutture di assistenza, come la Casa dell’accoglienza “Enzo Jannacci”, l’Istituto dei Tumori e altre strutture di impegno sociale. Anche queste opere andranno ad aggiungersi al grande mosaico degli Occhi di Milano.

Ultima nota: il catalogo della mostra si intitola Remain In Light (Rizzoli Lizard) ed è un volume di oltre quattrocento pagine con centinaia di llustrazioni.

Guido Harari. Incontri. 50 anni di fotografie e racconti
Dal 28 ottobre 2023 al 1 aprile 2024 alla Fabbrica del Vapore (Milano).
Info: www.fabbricadelvapore.orgwww.mostraguidoharari.it

Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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