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Book Pride 2019, ovvero: il mito greco di Antigone più attuale che mai, la letteratura di viaggio, un po’ di fantascienza, consigli per scrivere e tanti (davvero tanti!) libri.

“Q uando aprirai questo libro, troverai la bellezza!”. Stringo tra le mani Acque strette di Julien Gracq e, in quell’istante, lo percepisco: è lui, il desiderio che divora ogni amante dei libri, quello di perdersi tra le pagine, nell’odore della carta e oltre, in un mondo nuovo. Mentre non vedo l’ora di immergermi nella lettura, Lorenzo Flabbi, editore de L’Orma e traduttore dell’opera, racconta con trasporto dello scrittore francese e della melodia creata dalle sue parole.
Il desiderio, anzi Ogni desiderio, è del resto il tema della quinta edizione di Book Pride, la fiera dell’editoria indipendente. Quest’anno, appassionati, autori ed editori hanno invaso gli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano, incontrandosi e scambiandosi idee per quattro giorni di passione. Libri, libri ovunque insomma.

Il desiderio di leggere, conoscere, sfidare: da Antigone a Don Chisciotte

È complesso riuscire a dipanare la matassa di stimoli, suggestioni e ricordi lasciati da quello che ormai ogni anno è un appuntamento fisso e che, per quest’ultima edizione, ha accolto più di 35.000 visitatori: in sostanza, una piccola città. Quel che è certo è che parlare di desideri, nelle loro molteplici forme, più di una traccia la lascia, soprattutto attraverso qualche spunto di riflessione raccolto nei diversi incontri.

Basta ricordare uno dei personaggi femminili più importanti della tragedia greca e del mito in generale: Antigone. Sofocle crea una donna che, da sola, ha il coraggio di sfidare uno Stato considerato ingiusto: secondo lei, nessuna legge umana può opporsi a principi etici fondamentali, come la degna sepoltura di un familiare, benché accusato di tradimento. Nel suo caso, la battaglia è per il fratello.
Accusata di amare le imprese impossibili, Antigone risponde inoltre: “Quando non riuscirò più, mi fermerò!”. Ci si potrebbe allora domandare cosa sia l’impossibile: quel desiderio immenso di mettersi al pari del destino, di dominarlo, in qualche modo. E il desiderio di giustizia e verità di Antigone è assoluto,  da sostenere fino alla morte, fino a piegare un destino già scritto. Tutto ciò è solo il tema di una tragedia antica? Non proprio.

Antigone non è un personaggio astratto. Come spesso accade con le figure classiche, la troviamo nella realtà. Ci sono Antigoni moderne: Ilaria Cucchi cammina col corpo del fratello, Greta Thunberg con il corpo della Terra, i genitori di Giulio Regeni con quello del figlio.
Dall’incontro Il desiderio di Antigone, con Valeria Parrella

Se la letteratura classica è indispensabile per osservare sotto un’altra luce il presente, non va dimenticato che il desiderio, in ogni sua forma, è stato il tema esplicito che ha mosso per secoli le pagine della letteratura. Desiderio di vendetta, ricchezza, fisico… tra i tanti, nel corso di Book Pride, è stato evocato uno dei più grandi poeti della tradizione anglosassone (e non solo), come William Blake, che di questo tema ne sa qualcosa.

Blake parla di “intensità dei desideri”. Più sono fiacchi e più è come non averli… forse. Chi non ha desideri è morto.
Dall’incontro Al desiderio si dà un nome, con Patrizia Valduga

Come si diceva, tutta la letteratura nasce dal desiderio, in ogni sua forma. A una riflessione un po’ più profonda, questo è vero su molteplici piani: non basta infatti parlare del desiderio di uno scrittore di raccontare e nemmeno ridurre il discorso a semplici classificazioni tematiche. Il desiderio avvolge tutti i piani di creazione, fruizione e contenuto stesso dell’opera.

Il narratore vuole ricreare un mondo con le parole, il lettore è mosso dal desiderio e anche i personaggi sono curiosi di sapere come andrà a finire la loro storia.
Dall’incontro Il desiderio di libri, i libri del desiderio, con Gianluigi Simonetti, Sergio Luzzatto

E spesso, nella narrazione, il confine tra realtà e immaginazione è labile.

Non c’è confine tra realtà e immaginazione. Sancho Panza è un depresso e Don Chisciotte uno schizofrenico. Lo slancio del desiderio rivela l’inconsistenza delle parole.
Dall’incontro Il desiderio di Don Chisciotte e Sancho Panza, con Antonio Moresco e Tiziano Scarpa

Tutto molto affascinante, almeno fino a che non si arriva alla fatidica domanda: è ancora possibile scrivere qualcosa che non somigli a ciò che è stato già scritto? La risposta, rullo di tamburi, è sì. Personalmente, non ne sono sempre stata tanto convinta, almeno fino a che la mia personale rete di Pigmalioni non mi ha fornito delle prove tangibili al riguardo. Le strade percorribili sono un paio: trovare un argomento veramente originale e mai affrontato da nessuno (difficile, ma non impossibile) oppure raccontare qualcosa che è già stato raccontato, ma in modo del tutto nuovo, magari con uno sguardo inedito o una forma mai utilizzata prima.

Nel momento in cui decidi di aprirti a nuove forme, sei più ricettivo, capti le diverse possibilità della letteratura romanzesca.
Dall’incontro I modi più strani per scrivere un romanzo, con Matteo B. Bianchi

La premessa per intraprendere una delle due strade (o anche entrambe)? Essere innanzitutto un grande lettore, conoscere, esplorare quegli scaffali pieni di libri.

Il desiderio di esplorare: dai viaggi per il mondo alla fantascienza

A proposito di esplorare, lo stesso desiderio di conoscenza ci muove alla scoperta di mondi lontani ed è una delle principali molle della fantascienza. E, in un periodo in cui la Via della Seta torna a essere un tema di attualità, senza dimenticare che la location di Book Pride è a pochi passi dalla Chinatown milanese, quale occasione migliore per un focus sulla fantascienza cineseIl genere prende le mosse dal racconto di problemi e contraddizioni della Cina di oggi, portandoli alla luce con canoni propri. In particolare, il mondo intero la scopre con Liu Cixin e Il problema dei Tre Corpi: da allora sono numerosi i racconti e romanzi che arrivano anche in Italia, molti editi da Future Fiction.

A proposito di Cina e mondi lontani,  il legame tra letteratura e viaggio è un sodalizio tra i più antichi. La domanda però è: oggi ha ancora un valore culturale la letteratura di viaggio? Va premesso che il viaggio stesso è figlio di due desideri: la scoperta dell’altro e, allo stesso tempo, la scoperta di se stessi. La letteratura che lo accompagna ha una lunga storia, quella di viaggiatori europei che si sono spinti a est, come il classico dei classici Marco Polo, ma anche viceversa. Anche se poco conosciuti, i viaggiatori che da oriente hanno visitato l’occidente hanno lasciato tracce importanti, come Rabban Bar Sauma, il monaco cinese nestoriano che visita l’Europa nel XIII secolo.

Nell’era dell’ipervelocità, viaggiare è un valore culturale necessario. Cogliere la diversità è possibile solo se si rallenta il ritmo.
Dall’incontro Qual è oggi il valore culturale della letteratura di viaggio?, con Stefano Calzati, Maurizio Gatti e Paolo Veronesi

Il desiderio del viaggio assume contorni più drammatici, spesso dovuti all’impossibilità permanente di realizzazione, in una condizione particolare: quella dell’esilio. Negli ultimi anni, il tema è stato affrontato da uno scrittore come Kader Abodolah, lo scrittore iraniano naturalizzato olandese che, in Europa, vive da rifugiato politico.

Non posso tornare a casa, in Iran, ma negli anni ho trovato un modo per farlo: scrivere libri. Attraverso i miei libri torno lì e vi porto con me.
Dall’incontro Uno scià alla corte d’Europa, con Kader Abolah

A proposito di viaggi e terre lontane: quest’anno si celebrano i 35 anni di un disco fondamentale della musica italiana. Nel 1984 esce Siberia, dei Diaframma, e a Book Pride non si dimentica di certo.

Il desiderio di cambiare le cose

Infine, e non certo per importanza, lungi dall’essere un concetto astratto affrontato dai libri, il desiderio vive in equilibrio tra l’essere ispirazione e una riflessione profonda sull’attualità. Un perfetto punto d’incontro tra memoria storica e realizzazione del futuro è sintetizzato da una straordinaria Liliana SegreIl suo libro, Il mare nero dell’indifferenza, punta proprio a questo: il desiderio di non essere indifferente.

Sono una nonna, i miei nipoti mi trasmettono il desiderio della vita.
Dall’incontro Il desiderio di non essere indifferenti, con Liliana Segre e Pippo Civati

Tutto questo, senza dimenticare una lezione fondamentale: il desiderio di essere unici e quello di vivere con gli altri, un progetto che non è affatto inconciliabile, come insegnano le pagine di questo libro:

Le nuvole erano la sua passione, le piacevano per la loro capacità di essere uniche pur essendo sempre in compagnia, isolate senza mai essere sole.
Dal libro La bambina che somigliava alle cose scomparse, di Sergio Claudio Perroni, La Nave di Teseo.

In coda, qualche consiglio di lettura, al di là di grandi titoli e autori, tra i libri che sono finiti nel mio zaino!

  • Acque strette, di Julien Gracq, L’orma Editore: perché, in bilico tra Sartre e Camus ma molto meno conosciuto in Italia, questo scrittore distilla grazia pura e qui è presentato nella traduzione di Lorenzo Flabbi.
  • Eterni secondi. Perdere è un’avventura meravigliosa, di Rosario Esposito La Rossa, Einaudi Ragazzi: perchè è semplice ricordare le storie di chi vince, ma anche chi perde, e magari viene dimenticato, ha molto da raccontare.
  • Fulmine è oltre il ponte. Vite sospese al di là della linea gotica, di William Domenichini, Marotta & Cafiero: perché l’autore ricostruisce la storia del nonno partigiano, ancora vivente, e ci riporta nell’Italia di un giorno preciso: il 5 settembre 1943.
  • L’ora degli spettri. 29 storie di fantasmi, a cura di Pietro Guarriello e Giuseppe Lo Biondo, Edizioni Hypnos: perché è una raccolta di ghost stories soprendenti e spesso inedite, scritte dalla metà dell’800 ai primi decenni del secolo scorso (e stampato su due colonne)-
  • Pirati. Dall’Olandese a Barbanera, di Mario Monti, Odoya: perché le avventure dei pirati non smetteranno mai di entusiasmare e, in questo volume, la precisione del saggio si fonde con il fascino del romanzo storico.

Foto in apertura di Priscilla Du Preez da Unsplash.

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Samantha Colombo

Sono un'entusiasta delle parole per professione, etnomusicologa di formazione: scrivo, su carta e online, aiuto le persone a esprimersi attraverso la scrittura e navigo serena nella SEO editoriale. Un paio di cose su di me? Nell’anno della mia nascita, i Talking Heads pubblicano «Remain In Light» e la Cnn inaugura le trasmissioni.  Ho una newsletter, i Dispacci, e il mio primo romanzo è «Polvere e cenere».

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